![]() |
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. | ![]() |
«Vili PREFAZIONE
Italia hanno fatti poemi in lingua volgare , cioè i Siciliani, i Pugliesi, i Toscani, i Romagnuoli, i Lombardi, e quelli della Marca Trivigiana, e della Marca di
Ancona, Or come hanno essi potuto cospirare insieme
a formar cotesto linguaggio? Ad intendere questo passo
di Dante convii n riflettere al modo con cui ogni lingua
si vien formando; e a ristrignerci a un esempio particolare , prendiamolo dalla latina I frammenti che ci son
rimasti dei più antichi scrittori, ci fan vedere quanto
ella fosse a’ lor tempi rozza e disadorna. Essi introducevano ne’ loro scritti i popolari idiotismi; e i loro scritti
perciò sono in imo stil pedestre ed incolto. Ma quelli
che venner dopo, ben conoscendo quanto vizioso fosse
un cotal linguaggio. si dierono ad abbellirlo, ad ornarlo e a raddolcii lo..N uove voci si aggiunsero , si
cambiarono le desinenze , si cercò 1’ai-moina , s‘ introdussero vezzi. Plauto e Terenzio superarono Livio e
Nevio. Lucrezio si lasciò addietro Ennio. Virgilio e Orazio e gli altri eleganti poeti del secol d’Augusto dierono
alla lingua latina l’ultima perfezione. Non altrimenti dovette avvenire dell’italiana. Finchè ella non fu usata
che nel parlar famigliare , ogni città ebbe il suo poi titolar dialetto; e allor perciò non v’avea una lingua che
si potesse dire comune a tutta l’Italia. Ma poichè cominciossi a scrivere e a parlare co’ posteri, si cominciò ancora ad ornarla e a ripulirla. Di qualunque città, o di
qualunque provincia fosser coloro che furono i primi ad
aprir agli altri la via , essi pensarono certamente che
maggior diligenza doveasi usar nello scrivere, che nel
parlare; si sforzaron perciò di toglierne, quanto più
fosse possibile, ogni asprezza, e di renderla, come meglitf sapessero, elegante e vezzosa. Io credo certo che
se avessimo i primi saggi che furono scritti di lingua
italiana, noi vi vedremmo non poche vestigia del dialetto
di quella città in cui essi furono scritti, Ma questi saggi
frattanto passando nell’altrui mani eccitarono altri ad
andare ancora più oltre. I secondi scrittori furon migliori de’ primi; i terzi andaron innanzi a’ secondi; e
si venne finalmente a formar una lingua piena di eleganza e di vezzi, quale or (’abbiamo.
In tal maniera parmi di avere spiegata l’origine della
lingua italiana, senza stendermi in quelle troppo minute