Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/223

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ìfìa libro libri ad esse appartenenti si gittassero alle fiamme da’ Cristiani? Ma questo è poco. Qual è mai questa matematica che S. Gregorio prese a perseguitare cotanto? Rechiam tutto il passo sopraccennato, in cui Giovanni di Sarisbery ragiona di questo esilio che fu dato dalla corte del papa a una tale scienza. Egli parla a questo luogo e confuta e deride l’astrologia gin. diciaria) e dopo aver recate ragioni ed autorità a combatterla, così prosiegue: Ad haec doctor sanctissimus ille Gregorius qui molle.o pracdicadonis imhre totam rigavit et inebriavit Ecelesiam, non modo mathesin jussit ab aula recedere, sed, ut traili tur a nuijoribus, incendio dedit probatae lectionis Scripta Palatinus quaecumque tenebat Apollo, in quibus erant praecipua quae coelestium mentem et superiorum oracula videbantur hominibus revelare. A provar dunque illecita l’astrologia giudiciaria reca Giovanni il bando che dalla sua corte le diè S. Gregorio, e il dare alle fiamme che ei fece i libri della biblioteca palatina (di che ragioneremo fra poco), perciocchè in essi contenevansi oracoli e predizioni di tal natura. Or non è egli evidente che F astrologia giudiciaria è la sola matematica da S. Gregorio perseguitata? E il Bruckero, uomo sì dotto nella storia della filosofia, non sapeva egli forse che ne’ secoli antichi col nome di matematici chiamavansi comunemente gli astrologi? Non solo egli il sapeva, ma ove prende a parlare di S. Gregorio (ib. p. 459) pruova egli stesso che tale appunto era a que tempi