Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/224

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SECONDO * j63 ¡1 costume ordinario. Or qual maniera di argomentare è questa mai? Il nome di matematici si dava anticamente agli astrologi: il confessa lo stesso Bruckero. S. Gregorio cacciò dalla corte i matematici: questo è ciò solo che ,di lui si racconta su questo proposito. Dunque, ecco una conseguenza affatto inaspettata, dunque non sol gli astrologi, ma i veri matematici e i saggi filosofi furon da S. Gregorio cacciati e perseguitati. E più leggiadro si è che il Bruckero afferma che dalle parole stesse di Giovanni di Sarisbery ciò raccogliesi chiaramente: Ut haud obscure ex Sarisberiensis verbis colligitur, ad plerasque disciplinas mathematicas hanc censuram ecclesiasticam, superstitione magis et immaturo adversus eruditionem a gentilibus philosophis traditam zelo ductus, quam rationibus prudentibus instigatus, extendit (ib. p. 560). Quali siano le parole di Giovanni di Sarisbery, quale il senso della parola mathesis, si è di sopra veduto col sentimento ancora dello stesso Bruckero. Come dalle stesse parole non oscuramente si cavi che il santo pontefice a quasi tutte le scienze matematiche dichiarasse guerra, noi non abbiamo ingegno sì penetrante a comprenderlo, e desideriamo di avere su questo fatto nuovi lumi che c’istruiscano meglio. VII. Veggi amo ora se sia meglio fondata la seconda accusa che si dà a S. Gregorio, cioè di avere incendiata la biblioteca palatina, ossia quella che abbiam veduta nel priro tomo di questa Storia a pubblica utilità aperta in Roma da Augusto sul colle Palatino. Anche di VII. •Si cerca s1 egli facesse incendiare la biblioteca palatina , e si mostra che non Ini sta a provarlo l’autorità del Safisbeneus*.