Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/256

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SECONDO ICp avea esposti, cioè il Levitico, la Cantica de’ Cantici e i Salmi, e di molte Omelie sui Vangeli , e del libro intitolato De Conflictu vitiorum J et virtutum. De’ Comenti sulla Scrittura altro I non ci è rimasto che quello assai steso sull’AI pocalissi, che vedesi nella Biblioteca de’ PP., da 1 lui dedicato al papa Stefano III. Abbiamo pure il mentovato libro Del Contrasto delle virtù e dei vizj, che è stato attribuito senza ragione da alcuni a S. Ambrogio, da altri a S. Agostino, tra le cui opere supposte è stato pubblicato anche da’ dotti Maurini (App. ad vol. 6). Ma una difficoltà incontrasi nel fare autore di questo trattato Ambrogio Autperto. Egli dopo aver parlato di altri monaci antichi vissuti in Egitto e in altre straniere provincie, così dice (c. 33): Ecce ut ad vie ino s nostros veniamus, Protasius et Gervasius in propria hac Mediolanensi Civitate , ec. Come mai chi abitava presso Benevento potea dire in questa città di Milano? Alcuni pretendono che questo capo sia stato aggiunto da altri al libro di Ambrogio Autperto. Ma gli autori della Storia Letteraria di Francia, i quali a lungo hanno scritto di questo celebre monaco (t. 4, p. i 41), sostengono ch’egli anche di questo capo dee credersi autore; e tanto sono essi lungi dall’atterrirsi per tai parole, che anzi affermano che la vicinanza di Milano, che qui si accenna dallo scrittore del libro, è una pruova ch’egli è appunto Ambrogio Autperto. E egli possibile che questi dotti scrittori non abbiano osservata la distanza di oltre a 500 miglia che passa tra Benevento e Milano? Come dunque chi vivea