Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/33

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XXXII TU FLESSIONI si: li.’indole che pure vuol dirsi de’ cinquecentisti, i cui eterni periodi e troppo studiati ravvolgimenti giustamente riprende l’abate Arteaga. La lingua non avea ancora perduto quel vasto e universale dominio che avea finallora avuto in Italia, e i buoni nostri scrittori formatisi sulle opere de’ classici latini ne ritraevano anche scrivendo in lingua italiana i lineamenti e i contorni. Noi dunque non li proporremo come perfetti modelli di stile italiano, ma come autori da’ quali possiamo apprendere la proprietà e l’eleganza dell’espressione senza imitarne i difetti, da’ quali tanto più facilmente possiam noi ora tenerci lontani , quanto più era ad essi difficile di purgarsene interamente. Ma, lode a Dio, Voliate Arteaga trova pur finalmente un nostro scrittore cui la sua profondità di pensare, e lo stile pieno di nervo e di cose avvicinan di molto al corrente filosofico genio del nostro secolo. Egli è il Macchiavelli. Ma che? Ecco la fatal disgrazia della nostra povera Italia. La nerezza delle sue massime rilegandolo giustamente fra le mani di pochi, non gli ha permesso finora , nè gli permetterà per l’avvenire di aver tutta V influenza di cui sarebbe capace sul gusto letterario d’Italia. Riflessione , per vero dire , ingegnosa , e nuovo esempio della maniera di ragionare direttamente. Qui si cerca se la lingua italiana sia capace di quella forza e di quella energia che secondo l’abate Arteaga hanno altre lingue , ed essa non ha nè può avere , perchè è soverchiamente pusillanime e assai meno feconda che altri non crede. Or se anche il Macchiavelli ha lo stile pieno di nervo e di cose, non è egli omai provato abbastanza che la lingua italiana non è quale I’ abate Arteaga ce la descrive? Che ha a far dunque l’essere il Macchiavelli nelle rannidi pochi cali’ intrinseca pusillanimità e povertà della nostra lingua?! Benchè anche questo argomento mi pare di conio del tutto nuovo, Il Macchiavelli contiene ree ed eserabili massime. Dunque non può esser modello di Scrivere italiano. Son forse tutte le opere del Macchiavelli ugualmente pericolose? Non è egli letto da molti i quali non temono di contrarne il veleno, e a’ quali perciò ne è permessa la lettura da chi ha diritto di divietarla? Non è egli letto ancora da molti i quali si