Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/330

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TERZO 20f] T anno seguente imperadora, e quindi ancoi re di Francia l’anno 885, morì l’anno 888. ultimo della maschile legittima discendenza di Carlo.Magno. Di tutti i principi mentovati non v’ebbe alcuno, come abbiam detto, che pensasse a far risorger l’Italia all’antiche sue glorie in ciò che appartiene alle lettere; e le quasi continue dissensioni ch’ebbero co’ .lor fratelli e co’ lor più stretti parenti, appena avrebbon loro permesso il rivolgere a ciò il pensiero, quando pure l’avesser voluto. Ciò non ostante, come osserva il ch. Muratori (Ann. di tal. an. 888), la maggior parte d’Italia avea goduto sotto il loro governo di una tranquilla lietissima pace. Ma dopo la morte di Carlo il Grosso le guerre civili e la scostumatezza, la barbarie, l’ignoranza che ne soglion esser gli effetti, la gittaron di nuovo in quel profondo di calamità e di sciagure d’ogni maniera, da cui ella cominciava omai a sperare di essere uscita. In tal maniera le sollecitudini e le premure di Carlo Magno, di Lottario I e de’ romani pontefici, per far in essa risorger le scienze che per le ragioni di sopra arrecate non avean avuto quel felice successo ch’era a sperarne, furono dalle funeste sventure da cui poscia venne travagliata l’Italia, rese del tutto inutili e infruttuose. XXV. La prima guerra civile che si accese in Italia, fu tra Berengario duca del Friuli e Guido duca di Spoleti. Amendue pretesero di occuparne il regno; amendue per ottenerlo cercaron l’aiuto, il primo di Arnolfo re di Germania , il secondo del pontefice Stefano V,