Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/331

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270 unno ainendue radunarono truppe , e vennero ad aperta guerra. Guido ottenne ancora dal papa la corona imperiale, cui l’anno 892 divise col suo figluiolo Lamberto che due anni dopo perdette il padre. Arnolfo chiamato in Italia in suo aiuto da Berengario, fece sempre più vivo il fuoco della discordia. e riempì ogni parte di rovine e di stragi 5 ma più intento a’ suoi vantaggi che a que’ di Berengario, conquistò per se stesso molte città, si fe’ coronare imperadore, e tenne ancora, benchè per breve tempo, prigione il medesimo Berengario. La morte di Lamberto seguita l’anno 898, e quella di Arnolfo che l’anno seguente gli tenne dietro, pareva che assicurassero a Berengario il pacifico godimento del suo regno. Ma un nuovo nemico dovett’egli combattere in Lodovico re di Provenza, e poscia anche imperadore, di cui dopo varie vicende rimasto pur vincitore l’anno 905, ne tenne tranquillamente per più anni il dominio, ed ebbe ancora l’anno 91.^ in Roma la corona imperiale. Di questa tregua, per così dire, si valse egli felicemente insieme col pontefice Giovanni X a combattere i barbari Saracini che già da più anni avean cominciato a devastare l’Italia, e vi avean cagionate stragi ed incendj che non si leggono senza orror nella storia. Nè qui ebber fine i guai della misera Italia. Oltre i Saracini, gli Ungheri ancora la invasero da altre parti più volte; e questi respinti prima da Berengario, furon poscia da lui stesso chiamati in aiuto, quando l’anno 921 si vide per congiura de’ principali italiani assalito da Rodolfo re della Borgogna