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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/338

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TERZO 277 nisi aut in civitate nostra, aut in aliquo monasterio , vel apud quemlibet sapientem ad tempus conservati fuerint, et literis aliquantulum eruditi, ut idonei videantur ecclesiasticae dignitati. Attone similmente nel suo Capitolare da lui raccolto da’ canoni di altri più antichi concilj, inserì quello che abbiam veduto di sopra, pubblicato da Teodolfo vescovo d’Orleans, in cui comandasi che i sacerdoti nelle ville ancora e nei borghi tengano scuola , e gratuitamente istruiscano i fanciulli che perciò verranno da essi mandati (Attonis Capitul, c. 61). In Pisa ancora erano al principio del x secolo alcuni canonici destinati a insegnare la teologia e i sacri canoni, come da una Bolla di Benedetto IV deiranno t)o3 dimostra l’erudito cavaliere Flaminio dal Borgo (Diss. sull’orig. dell’Un dell’Univ. Pisana, p. 79). Il qual lodevole zelo è probabile che da altri vescovi ancora fosse imitato, acciocchè le chiese alla lor cura commesse non mancassero dell’opportuna istruzione. In Ravenna verso il fine del x secolo era un cotal Vilgardo, a cui da Glabro Radolfo si dà il nome di gramatico (Hist. l. 1, c. 12), a denotare probabilmente la scuola di gramatica ch’egli teneva in quella città; il quale montato in grande superbia , perchè Virgilio , Orazio e Giovenale comparsigli, com’ei credette, in sogno gli avean promessa l’immortalità del nome, prese a insegnare clic quanto quelli dicevano era degno di fede, e ne fu perciò condennato dall’arcivescovo Pietro. Ma il buon Tedesco Radolfo dal parlare di questo gramatico prende occasion di pungere gl’italiani, dicendo che questi