Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/367

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3o6 LIBRO lode, se contro il loro avversario avessero scritto con moderazione migliore. Ma egli è certo che Claudio era quale appunto essi il descrivono, non già autore, ma semplice e non sempre esatto compilatore, come raccogliesi da quella parte che abbiamo alle stampe de’ molti Comentarj da lui scritti sui sacri libri, cioè da quelli su alcune dell’Epistole di S. Paolo pubblicati già fin dall’anno 15427 e poscia inseriti nelle Biblioteche de’ Padri, e da quelli su’ Libri de’ Re dati alla luce dal dottissimo P. abate Trombelli (Vet PP. Latin. Opusc. t. 2, pars 2) (29)Ma egli è vero ancora che Claudio stesso talvolta si protesta di voler fare ciò appunto, come nella prefazione a’ suddetti Comentarj su’ Libri de’ Re, e in quella a’ Comentarj al Vangelo di S. Matteo pubblicata dal P. Mabillon (Ann. Ord. S. Bened. vol. 2 App. n. 41 e quindi non sembra ch’ei meritasse per questo riguardo gli amari rimproveri di Dungalo e di Giona, benchè troppo ei fosse meritevol di biasimo per gli errori ostinatamente da lui sostenuti , da’ quali però fu fortunatamente, come si è detto, preservala l’Italia. A qual anno ei morisse, non si può accertare. Certo egli era ancor vivo l’anno 83g, come mostra l’Ughelli (Jtaì. Sacra, voi. 4)- Dell’opere da lui scritte (*) Avea ancor Claudio, vescovo di Torino, scritti Conienti sull" Esodo, c il eh. sig. ab. Zaccaria ha pubblicata una lettera ad esso scritta da Teodemiro abate, in cui gli rende grazie, perchè glieli abbia inviati, e gli propone a sciogliere alcune quistioni su’ Libri de’ Re , parlando con sentimenti di molta stima del sapere di esso (Bilblioth. Pistor. l. 1 , p. 60).