Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/419

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358 unno stessa, dicendole che vada a Monte Casino, così continua: Illic quaere meum mox per sacra culmina Pauluin: llle linlntat medio sub grege, credo, l ei. Inventumque «.enern devota mente saluta. Et dic: rex Carolus mandat aveto tibi. Nell’altra, che da Leone Ostiense è stata in parte inserita nella sua Cronaca (l. 1. c. 15), Carlo dopo avere per somigliante maniera parlato alla sua lettera, soggiugne: Colla mei Pauli gaudendo amplecte benigne; Dicito multoties: salve, pater optime, salve. A questa lettera dice Leone che Paolo rispose egli pure in versi; ma questa risposta si è smarrita. L’amore di Carlo Magno verso il monaco Paolo fu probabilmente il motivo per cui egli determinossi a chiamare da Monte Casino in Francia alcuni monaci, perchè introducessero in queTnonasteri le regolari costumanze che in quello si usavano. Essi vi andaron di fatto, e l’abate Teodemaro diè loro una lettera ch’egli avea fatto distendere dallo stesso Paolo, scritta a Carlo, in » ni ragguagliavalo delle cose più importanti della lor regola. Essa ci è stata conservata dal mentovato Leone (l. 1, c. 12); e veggasi ciò che ne ha scritto il P. Mabillon per confutar l’opinione di chi ha preteso ch’ella fosse supposta (Ann. bened. t. 2, l. 25, n. 69; A da SS. Ord. S. Bened. saec. 4 Pars 1 praef n. q5). XIII. Io non mi tratterrò a parlare minutamente di tutte le poesie, di tutte le lettere, di tutti gli opuscoli di Paolo Diacono. L’Oydin,