Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/421

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3Go LIBRO in cui dice di aver di ciò incaricato Paolo Diacono suo famigliare. il che sembra indicarci che Paolo fosse allora alla corte. Il P. Mabillon parla di questa fatica di Paolo all’anno 797 (Ann. bened. t. 2, l. 26, n. 62)5 ma egli stesso confessa che altro non si può affermare, se non che ella fu scritta innanzi all’anno 800. Di essa ha parlato assai diligentemente 1 Oudin (Script, eccl. t. 1, p. 1928). Sembra ancor verisimile che in Francia ei componesse il compendio dell’opera gramaticale di Festo. Abbiamo in fatti la lettera con cui egli l’indirizzò a Carlo (Mabillon, t. 1 in App. n. 36), scrivendogli ch’egli l’avea composto per farne dono alla biblioteca da lui raccolta. Di questo compendio abbiamo alcune edizioni che si rammentano dal sig. Liruti. L’Oudin crede che anche i sei libri della Storia de’ Longobardi scritti fosser da Paolo nel suo soggiorno in Francia } e ne reca in pruova le molte cose che in essa ha inserite in lode della famiglia di Carlo, e la maniera con cui egli parla della famosa quistione del trasporto del corpo di S. Benedetto d’Italia in Francia. Ma anche, poichè fu tornato a Monte Casino, potea Paolo parlar con lode degli antenati di Carlo} e il passo menvato sulla traslazione del corpo di S. Benedetto è così oscuro, che i Francesi ugualmente che gl’italiani lo interpretano in lor favore (V. Horal. Dlanci no Ina ad l. 6 Hist Langob. c. 2} Script. Rer. ital. t.1). Non paion dunque abbastanza forti le ragioni che dall’Oudin si adducono} ma niuna pure ne; abbiamo che ci persuada ch’ei la scrivesse nel suo monastero. Checchessia di ciò, è certo che