Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/428

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TERZO ób’] Liutpr. t. 2, pars 1 Script Rer. ital.). Ebbe egli a padre un uomo ch’era assai caro a Ugo re di Italia , di cui però non sappiamo il nome. Solo di lui ci narra Liutprando (Hist. l. 3, c. 5), che mandato, come uomo di egregi costumi e buon parlatore, dal medesimo Ugo ambasciadore all’imperador greco, il che secondo il Muratori (Ann. d’Ital. ad an. 927) avvenne l’an 927, vi fu accolto a grande onore, e ne riportò magnifici donativi) ma che pochi giorni dopo il suo arrivo in Italia ritiratosi in un monastero, e consecratosi a Dio, quindici giorni appresso sene morì, lasciando il figliuol Liutprando in età fanciullesca. Ugo rivolse al figlio quella clemenza e quell1 amore medesimo che avea avuto pel padre 5 a che giovò ancora non poco la soavità della voce di Liutprando, come egli stesso racconta (l. c. 1), per cui era sopra ogni altro carissimo al suo sovrano che piacevasi assai della musica. Ma poichè Ugo fu astretto a cedere il regno d’Italia a Berengario marchese d’Ivrea l’an 311110946, i genitori di Liulprando, cioè la madre e il nuovo marito eli’ ella avea preso, ottennero a forza di gran donativi, che il nuovo re il prendesse a suo cortigiano e segretario (l. 5, c. 14). La fortuna gli fu per alcuni anni favorevole e lieta 5 perciocché avendo bramato l’imperador greco Costantino Porfirogenito che Berengario gl’inviasse qualche suo ambasciadore, questi , a cui tal consiglio piaceva assai, ma spiacevan le spese cui perciò sarebbe convenuto di sostenere, chiamato a sè il padrigno di Liutprando, col lodargli f ingegno, il senno e l’eloquenza di questo