Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/44

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DELLA LETTERATURA ITALIANA XLIU della fantasia e degli affetti, Io spero che il signor abate Arteaga non negherà che tal sia la lingua italiana , purchè son questi i pregi medesimi che in essa altrove ci riconosce ed esalta (Rivoluz. del Teatro music, t. 1, p. 85, ec.). Or se una tal lingua non è ad ogni stile e ad ogni argomento opportuna, qual sarà mai? Ancorchè dunque si ammettesse per vero che un solo scrittore non avesse l’Italia, che si potesse proporre a modello di colto stile , ciò proverà difetto d’ingegno e di studio negli Italiani, non proverà mai difetto, o povertà di lingua , ch’era ciò che il sig. ab. Arteaga si era accinto a provare. Benchè nondimeno io abbia , se mal non m’avviso , chiaramente mostrato al sig. ab. Arteaga che noi non solo possiamo avere, ma abbiamo ancora scrittori sommi in ogni genere di argomento e di stile, confesserà nondimeno che il numero de’ nostri scrittori cattivi è assai maggiore di quello de’ buoni , e che il difetto di stile si scorge forse più spesso negli scrittori italiani che negli stranieri. Ma io credo che questo sia un nuovo argomento a provare non la povertà, ma la ricchezza della nostra lingua. Una lingua che non sappia esprimere la cosa stessa che in una, o al più in assai poche maniere, che non possa dare diversa costruzione alle parole medesime , ma debba necessariamente disporle sempre in un ordine, che abbia sempre a un di presso la stessa armonia , lo stesso contorno di periodo, che non abbia diversi stili alle diverse occasioni adattati, e in cui lo stil poetico appena possa distinguersi dallo stile prosaico; una tal lingua, io dico, sarà certo assai più agevole a maneggiarsi felicemente, e a scriversi senza difetti, che una lingua feconda di mille diverse espressioni, di trasposizioni infinite, di varia armonia , di diversi stili. Ove non è , o appena è luogo alla scelta, non è, o appena è luogo all’error nella scelta. Ma ove l’ingegno si vede innanzi gran numero di oggetti diversi, altri più, altri meno pregevoli , fa d’uopo di accorgimento a sceglier ciò che conviene; e spesso accade che un si appigli al peggiore. Aggiungasi , che una lingua più povera assai più facilmente apprendesi che una più ricca, e perciò minor sarà sempre il numero degli scrittori viziosi in una lingua povera, che