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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/45

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XL1V RIFLESSIONI SULI,’INDOLE, EC. in una ricca e abbondante. Questa è ancor la ragione per cui la lingua italiana ha miglior copia di eleganti e colti scrittori in poesia, che non in prosa. Abbiamo nel precedente tomo osservato che anche nella lingua latina accade lo stesso , e abbiam recata la medesima spiegazione di questo letterario fenomeno. Benchè il prosatore e il poeta usino della medesima lingua, come nondimeno la poesia italiana ha il proprio suo stile diverso da quel della prosa, ma stile legato a metro , che tiene, per così dire, in freno chi scrive, e lo obbliga a più matura riflessione , e stile ristretto entro a più angusti confini, perchè non tutte le espressioni, non tutte le trasposizioni, non tutte le figure che alla prosa convengono, convengono ancora alla poesia; così a minor occasione di errori è esposto chi la coltiva, e, racchiuso entro più breve spazio, quando egli abbia quel talento e quel genio, senza cui non è lecito l’esser poeta, può più agevolmente correrlo senza pericol d’inciampo. Ma di apologie basti fin qui; ed entriamo omai nel poco lieto argomento che in questo studio ci si offre a trattare.