Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/474

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QUARTO 4 * 3 comunemente che S. Marziale fosse immediatamente discepolo di Cristo e apostolo di second’ordine. Ademaro monaco in Angouleme, il più zelante sostenitore di tal sentenza, inorridì a questa, come ei chiamavala, ereticale bestemmia; e scrisse una lettera circolare per prevenire le ree conseguenze che da’ discorsi di Benedetto gli pareva che dovesser temersi; e questa è il sopraccennato monumento pubblicato dal P. Mabillon (Ann. Bened. vol. 4, App. n. 46). In essa dopo aver caricato il povero prior Benedetto delle maggiori villanie del mondo, chiamandolo co’ nomi di eretico, di demonio, e con altre somiglianti leggiadre espressioni, per renderlo odioso insieme e ridicolo lo introduce a favellar per tal modo: Io son nipote dell libate della Chiusa; egli mi ha condotto a molte città della Lombardia e della Francia, perchè mi istruissi nella gramatica atira, il 98 mio sapere gli costa finora duemila soldi che a’ maestri egli ha dati. Nove anni mi son trattenuto nella gramatica , e sono ancora scolare. Siamo nove occupati in questo medesimo studio, e io sono un uomo perfettamente sapiente. Ho due gran case piene di libri, nè ancora gli ho letti tutti, ma gli vo meditando ogni giorno. Non vi ha in tutto il mondo libro ch’io non abbia. Quando uscirò dalla scuola, non vi sarà sotto il cielo uom dotto che mi stia a confronto Io son prior della Chiusa, e so comporre assai bene i sermoni Io saprei bene ordinare e disporre un intero concilio: tanto son dotto Nell’Aquitania non vi è dottrina di sorte alcuna: tutti son rozzi; e se alcuno ha appreso un