Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/509

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XIX. Sr ne ¿urtov erano alcuni. 448 unno Roma truppe intere di ecclesiastici, i quali pe.r lo più vi erano mantenuti dalle liberalità de’ vescovi e degli abati di Frani ia. Essi ne citano in pruova una lettera dello stesso Alessandro III pubblicato dal P. Martene (Vet. Script. Collect. t. 2, p. 807); nella quale perciò io mi credeva di veder fatta menzione de’ Papi che mandavano truppe intere di ecclesiastici, e di vedervi affermato che essi per lo più vi fossero caritatevolmente mantenuti da’ vescovi e dagli abati francesi. Ma io veggo che Alessandro non parla che di un cotal Valando suo cherico, cui raccomanda all’abate di S. Remigio, perchè il mantenga alle scuole di Parigi. Di altri papi, di truppe di ecclesiastici, di liberalità de’ vescovi e degli abati di Francia in questa lettera non trovo motto; e avrei bramato perciò che i Maurini recassero qualche più certa pruova del loro detto. XIX. Ciò non ostante è certo, come ho detto poc’anzi, che molti Italiani, e singolarmente da Roma, andavano alle scuole francesi, sì per la fama di cui esse godevano, sì perchè la Francia assai meno sconvolta dalle domestiche turbolenze che non l’Italia, era più tran-, quillo e più sicuro ricovero agli amatori delle scienze. Landolfo da S. Paolo scrittore del XII secolo narra di se medesimo (Hist. Mediol, c. 13, i’ -, voi. 5 Script. Rer. ital.), che unitosi ad Anselmo dalla Pusterla e ad Olrico ^ icedomiuo, i quali amendue furon poscia arcivescovi di Milano , e portatosi in Francia frequentò le scuole di Tours e di Parigi. Così parimenti troviam memoria di un cotal Rainero