Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/510

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QUARTO 44’) cherico pistoiese che l’anno 1140 si trasporlo a studiar nelle Gallie (Sozomen. Pistor. in Hist. edita, t. 1 Script. Rer. ital. Flor. ad. h. an.). In Francia pure e alla scuola di Pietro Abailardo fu il celebre Arnaldo da Brescia, che poscia infettò de’ suoi errori l’Italia (Bulaeus Hist. Univ. Paris, t. 2,p. 105). Più generalmente ancora si rammentano i giovani che da Roma recavansi a studiare in Francia, in una lettera di Fulcone al celebre Pietro Abailardo (Abail. Op. p. 217): Roma tibi suos docendos transmittebat alumnos, et quae olim omnium artium scienti am solebat infundere, sapientiorem te esse sapiente transmissis scolaribus monstrabat. Nelle quali espressioni però vi sarà forse chi tema, e non senza giusto motivo, qualche esagerazione. Anche alcuni tra’ romani pontefici di questi tempi troviam che furono in Francia per motivo di studio, come Alessandro II, Gregorio VII e Celestino II, per tacere di quelli che nati ed educati in Francia furon poi sollevati alla sede apostolica, quai furono Leone IX, Stefano IX e Urbano II Quindi noi confessiamo di dover molto a’ Francesi che nell’ammaestrare tanti Italiani si adoperarono felicemente 5 ina speriamo insieme ch’essi non vorranno mostrarsi ingrati alla memoria de’ celebri professori italiani da cui essi furono istruiti, e che con quella medesima sincerità con cui noi confessiamo che molti Italiani recavansi allora in Francia agli studj sacri, confesseranno essi pure che molti Francesi venivano al tempo stesso in Italia per gli studj legali, come a suo luogo vedremo. Tiradoschj, Uol. III. 29