Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/519

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458 LIBRO inóltre che questo fosse il Concilio tenuto l’anno i o5c). Ma il P. Mabillon ha chiaramente provato colla testimonianza dello stesso Berengario Ann. Bened. t. 5, l. 65, n. 52), che fu il convocato da Gregorio VII l’anno 1079), e che Alberico fu quegli che nella formola di fede cui comandossi a Berengario di sottoscrivere; volle che si esprimesse che nella Eucaristia era il Corpo di Cristo sostanzialmente, di che l’ostinato e furioso eretico altamente sdegnato si scagliò con atroci ingiurie contro il temuto suo avversario. Oltre ciò Alberico scrisse un’apologia di Gregorio VII, alcune Vite de’ Santi, e alcune Omelie, e Prose ed Inni per varie feste, e più altre operette, fra le quali io debbo singolarmente osservare un libro sulla Astronomia, uno sulla Dialettica, e un altro sulla Musica. Il canonico Mari afferma (in Not. ad Petr. diac. l. cit.) che tutte l’opere di Alberico trovansi nella biblioteca di S. Croce in Firenze. Ma il P. Mabillon avendo diligentemente cercata quella contro di Berengario e in Monte Casino e in Firenze , non potè rinvenirla (Ann. l. cit.), e il conte. Mazzucchelli ancor riferisce aver lui avuto riscontro che niuna cosa di Alberico trovavasi in quella biblioteca. Alberico morì in Roma, come il Fabricio seguito da altri afferma (Bibl. lat. med. et inf aetat. t 1, p. 38), l’anno 1088; ma io non veggo qual pruova ne arrechi, e solo dalle cose dette si può accertare eh’ei visse verso la fine dell’ xi secolo, (a) (a) D;r questo Alberico monaco e cardinale deesi distinguere un altro Alberico pur monaco casinese , ma