Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/540

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QUARTO 479 Tra essi vuoisi annoverare fra’ primi Gregorio monaco ed archivista del monastero di Farfa, perciocchè egli fu il primo, per quanto io sappia , che si accingesse a una fatica , la quale se in altri monasteri ancora si fosse intrapresa, assai più utile, più sicura e più chiara sarebbe la loro storia. Egli dunque verso la line dell’ xi secolo in cui vivea, raccolse diligentemente e copiò in due volumi tutti i diplomi appartenenti al suo monastero; e poscia sulla scorta di essi venne stendendo la Cronaca del medesimo, continuata poi fin circa l’anno 1100 da Teodoino parente di Gregorio, e data alla luce dal ch. Muratori (Script. rer. ital. t. 2, pars 2); il quale ancora vi ha aggiunta la relazione della distruzione di quel monastero, scritta da Ugone che n’era abate verso il principio dello stesso xi secolo. A’ due mentovati libri de’ Diplomi, Giovanni gramatico e monaco nel monastero medesimo un altro ne aggiunse l’anno 1092. Questo sì pregevol tesoro di antiche carte, di cui non vi ha forse il più antico ne’ monastici archivj, conservasi ancora nel suddetto monastero di Farfa, e il Muratori ha pubblicati i titoli di molte tra esse (Antiq. Ital. t. 5, p. 687, ec.). In questo secolo in cui son venuti alla luce tanti antichi diplomi, non possiam noi lusingarci che anche questa sì copiosa raccolta debba un dì farsi pubblica? Qual vantaggio ne verrebbe alla storia ecclesiastica non meno che alla profana? XXXVI. Altri monasteri ancora vollero a quest’epoca avere i loro storici. Abbiamo la Cronaca di quello della Novalesa, scritta verso la ’ metà dell’ xi secolo; ma essa non ci dà grande