Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/561

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500 LIBRO dimostrare ch’egli era normanno di nascita. Ma che giovano anche i più forti argomenti a provare la patria di uno scrittore, se egli stesso ci mostra espressamente il contrario? Or io dico che Guglielmo apertamente ci fa vedere eh1 ei non fu normanno, ma bensì italiano. Udiamo com’egli spiega l’etimologia della parola Normanni al principio del suo poema: His quando ventus, quem lingua soli genialis North vocat, advexit boreas regionis ad oras, A qua digressi fines petiere Latinos: Et Man est apud Hos, homo quod perhibetur apud Nos, Normanni dicuntur, idest homines boreales. Poteva egli spiegare più chiaramente ch’ei non era normanno? Da essi si chiama man ciò che da noi si dice homo. Chi mai ha usata tal maniera di favellare parlando della sua nazione? O a dir meglio, qual espressione si può trovare che più evidentemente ci mostri che la patria del poeta è diversa dalla patria di quelli di cui ragiona? Era dunque certamente italiano Guglielmo, ed è verisimile che il soprannome di Pugliese gli venisse dall’esser la Puglia sua E a tri a non che sua stanza. Egli è però probabile ciò che aggiungono i Maurini, cioè ch’egli fosse quel Guglielmo della Puglia che trovossi al Concilio di Bourdeaux l’anno 1096 (Baluz. Miscell, t. 2, p. 1 y3*), essendo verisimilmente venuto in Francia con Urbano II. E se essi pensano che ciò basti a riporlo nel numero de’ loro scrittori, noi ci rallegreremo con essi che possano a sì leggier costo accrescer di molto la storia della loro letteratura. Quando ei morisse, non ne abbiamo nè notizia nè