Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/574

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QUARTO 5I3 questo scrittore. Alessandro abate del monastero di S. Salvadore in Telese (e non Celese, come altri scrivono) nel regno di Napoli continuò in certo modo la Storia di Goffredo, perciocchè cominciandola dall’anno 1127 giunse fino all’anno 1135. Egli racconta che ad intraprenderla fu sospinto dalle istanze di Matilde sorella del re Ruggieri (ib. praef.). Vi ha chi ’l riprende, perchè ei non abbia segnati distintamente gli anni a cui avvener le cose che narra. Ma ciò non ostante, come osserva il Muratori (Script. rer. ital. vol. 5, p. 609), non lascia di essere assai pregevole questa Storia pe’ molti lumi che sparge sulle cose di questi tempi (21). E generalmente parlando, gli storici di queste barbare età, se da qualche particolar passione non è condotta la lor penna , sono rozzi , ma sinceri narratori delle cose a’ lor tempi avvenute. Ma guai a noi, se essi prendono a raccontarci le cose de’ tempi andati. Non vi ha fola che non ci mettano innanzi con serietà ammirabile. Rechiamone un esempio tratto da questa Storia medesima. Al fin di essa l’abate Alessandro si volge al re Ruggieri, e il prega che in ricompensa della fatica da lui sostenuta voglia onorare della sua regal protezione il monastero ch’egli reggeva. Perciocchè, dice, se (a) Veggansi più distinte notizie intorno ad Alessandro abate di Telese nell’opera degli Storici napoletani del sig. Francesca»tonio Soria (t. 1, p. 10, ec.), presso il quale si potranno ancor vedere quelle di Lupo l’rotospata (t. 1, p. 5o6, ec.) e di Falcone beneventano (i. 1, p. aio). TìRAiìOscm, Voi. III. 33