Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/616

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qvahto « 555 Cremona non ha ragione a vantarsi di sì grand’uomo? Tolecti vixit. Ei visse in Toledo. Olio domando. Se Gherardo fosse nato in Carmona. per qual ragione) l’autore dell’iscrizione non dircelo chiaramente? Perchè non iscrivere: Carmonae est genitus? Perchè alla sua nascita in Cremona contrapporre non già la nascita in Carmona, ma la vita menata in Toledo? Non è egli evidente che l’autore stesso della iscrizione era persuaso che Gherardo era veramente cremonese di patria, e che negli allegati versi egli volle sol dire che Cremona non avea ad insuperbirsi per averlo dato alla luce; perciocchè, benchè veramente fosse così, maggior ragione però d’insuperbirsi arca Toledo, ove egli era sempre vissuto? Nell’iscrizione si aggiugne che ivi ancora era morto; nel che l’autor di essa si oppone a Francesco Pipino che il dice tornato a Cremona , ed ivi morto; e in questo ancora a me pare che l’autorità di questo scrittore debba antiporsi a quella dell’iscrizione. Ma ancorchè pur forse vero che Gherardo morisse in Toledo, ciò non gioverebbe a combattere l’opinione intorno alla sua patria. Abbiam dunque un antico Scrittore che il dice cremonese e lombardo, abbiamo più antichi codici ne’ quali ancora egli appellasi cremonese: non vi ha al contrario scrittore antico che dicalo carmonese; ne’ codici ne’ quali gli si dà tal patria, intendesi facilmente come possa essere ciò avvenuto; l’allegata iscrizion non pruova punto a favore di tal opinione. Dunque egli è, a parer mio, evidente che cremonese e non carmonese fu il nostro Gherardo; e perciò Cremona si può arrogare la gloria,