Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/622

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QUARTO 56l antichi scrittori notizia alcuna (a). Cli’ ei fosse natio di Arezzo, è cosa certa pel testimonio di Sigeberto (in Chron. ad an. 1028), e di quanti han fatta di lui menzione, Ch’ei fosse monaco, è parimente cosa certissima, e da lui stesso indicata nelle mentovate sue lettere. Ma non è certo ugualmente in qual monastero ei vivesse. La comune opinione il fa monaco della Pomposa; ma agli annalisti camaldolesi è sembrato che ciò non provisi abbastanza; ed essi credono che per qualche tempo ei vivesse nel lor monastero di Santa Croce di Fonte Avellana , e forse ancora nel loro eremo presso Arezzo. Le ragioni che a pruova del lor sentimento da essi si adducono, sono singolarmente il nome che Guido nella lettera al monaco Michele dà a se sLesso, chiamandosi uomo alpestre, il che, dicono essi, ben si conviene al monastero di Fonte Avellana posto sull’Alpi, non a quello della Pomposa; l’immagine del medesimo Guido, che vedeasi fin dal principio dello scorso secolo, e vedesi anche al presente nel refettorio del monastero di Fonte Avellana; e finalmente il trovarsi in una carta nominato un (17) Di Guido d’Arezzo, e del nuovo metodo d’insegnare la musica da lui introdotto, ha poscia lungamente ed esattamente parlato il P. Lettor D. Placido Federici monaco casinese nel tomo primo della sua Storia del monastero della Pomposa, la quale ci spiace di vedere interrotta per l’immatura morte del dotto autore. Ed egli ancora ha stesamente confutate le ragioni dagli Annalisti camaldolesi recate a provare che Guido fosse monaco nel monastero dell’Avellana (Rer. Pompos. Ili st. I. 1 , p. 296, 317). TlRUlOSCH!, Voi III. 36