Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/688

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QUARTO 627 VXI. Che Bulgaro fosse bolognese di patria, pruovasi stesamente nella Storia dell’Università di Bologna (p. 32). Ma a’ Pisani non mancano buone ragioni per dirlo loro concittadino (Disc. dell’Ist letter. pis. p. 45, ec.). Era egli stato, come pure gli altri tre nominati giureconsulti, scolaro di Irnerio; e nella Storia di Ottone Morena, qual fu pubblicata da Felice Osio, si narra (Script. rer. ital. vol. 6, p. 1018) che essendo Irnerio vicino a morte, raccoltiglisi intorno i suoi discepoli il pregassero a nominare ei medesimo il successore, ed ei rispondesse con questo elegantissimo distico: Bulgarns os aureum: Martinus copia Legum; Hugo fons legumi Jacobus id quod ego. Ma il codice di cui l’Osio si valse a pubblicare la Storia del Morena, credesi comunemente che fosse guasto , o interpolato da man più recente; e questo passo in fatti non trovasi nella più corretta edizione fattane su due codici della biblioteca Ambrosiana (ib.)) e perciò non possiam ad esso affidarci con sicurezza. Checchessia di ciò, veggiam che Bulgaro è nominato il primo tra’ quattro giureconsulti da Federigo onorati; e da ciò sembra potersi raccogliere con certezza ch’ei fosse tra tutti il più reputato pel suo sapere. Il glorioso soprannome di Boccadoro, di cui non solo il veggiamo fregiato ne’ versi soprallegati, ma anche nelle opere degli antichi giureconsulti (V. cl. Prof. Bonon. p. 33, nota a), ci mostra sempre più in quale stima egli fosse. Grandi contese egli ebbe a sostener con Martino, del quale or ora ragioneremo, e