Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/702

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QUARTO 64* ^to, che perciò crasi egli trattenuto per qualche tempo agli studj in quella città. Ma che avendo osservato quasi tutta l’Italia ripiena scolari singolarmente provenzali, e tra essi alcuni ancor del suo Ordine , che attendevano alle leggi; egli ancora bramava di volgersi a tale studio, anche per valersene a vantaggio del suo monastero, e che perciò il pregava a raccomandarlo con sua lettera al prior di Pisa, perchè gli desse qualche soccorso; avuto il quale, ei sarebbe andato allo studio in quella città. Questa lettera ci è testimonio certissimo di studio legale in Pisa. Ma quando fu ella scritta ì II buon monaco si dimenticò di aggiugnervi la data. Ma almeno come nominavasi chi la scrisse? e chi era l’abate di Marsiglia, a cui fu scritta? Ecco un nuovo enimma. Il monaco era R , e l’abate era B, poichè queste sole sono le lettere colle quali s’esprimono i loro nomi. De’ monaci il cui nome cominciasse con R, ve ne saranno stati a migliaja. Men difficile sarà forse il raccogliere qualche cosa dalla lettera iniziale del nome dell’abate. Noi troviamo in fatti un Bernardo (ib.) che fu abate dall’anno 1065 fino al 1079. Un altro Bernardo ritrovasi abate l’anno 1127 (ib. p. 609). Finalmente troviamo dall’anno 1213 all’anno 1232 un abate detto Buonfiglio (Gallia christ. t. 1, p. 689), e in questo spazio di tempo altro non ne veggiamo tra gli abati di S. Vittor di Marsiglia, il cui nome cominci per B. Dunque a uno di questi tre deesi credere indirizzata la lettera. Il P. Grandi pensa (ep. de Pandect. p. 16) che si debba intender dell’ultimo. Al Tiraboschi, Voi. III. 4*