Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/701

Da Wikisource.

64 o LIBRO presto ragioneremo; perciocchè Tommaso Di- if plovataccio negli Elogi degli antichi giurecou- 1 suiti pubblicati in parte nella Storia dell’Uni- J’,( versila di Bologna, di lui parlando, dice: Hic & floruit Mantuae , ubi legit publice, ut dicit in principio Summae suae (t. 1, pars 2, p. 266). >’ La qual Somma allegasi ancor da Odofredo w (in L. da Dolo, c. de dolo malo) che ne reca ^ le prime parole , in cui appunto egli afferma r di essere stato in Mantova: Dominus Piateti- i ti ri us in sua Summa quae. incipit; Cum essem Mantuae. Padova parimenti avea qualche scuola di legge, come è manifesto da ciò che abbiam detto in questo capo medesimo parlando di Mi urino Gosia. Lo stesso ancora si dee dir di Piacenza, ove veggiamo professore di legge Ruggiero beneventano , di cui abbiam poc’anzi parlato , come attesta Roffredo che gli era stato scolaro. Dominus meus Rogerius Beneventanus, dum Placentiae legeret (in libello de Interdicto utrobique, p. 109). E in altra città ancora è probabile che un somigliante fervor si destasse per questo studio, e che egregi professori vi si chiamassero per tenere scuola di leggi, benchè non ce ne sia rimasta più sicura memoria. XXIX Che direm noi di Pisa? Una lettera di un monaco di S. Vittor di Marsiglia pubblicata da’ PP. Martene e Durand (Collect. Ampliss. t. 1, p. 469) ha indotto alcuni a pensare che fin dal secolo xi, cioè verso il 1070, vi fiorisse lo studio legale. In essa il monaco scrive al suo abate, che essendosi egli posto in viaggio per Roma , poichè fu giunto a Pavia , il cavallo di cui si valea, caduto infermo ivi era