Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/733

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672 LIBRO distoglierli dal coltivarla? Furon pure tra essi come fra poco vedremo, architetti e scultori: perchè non vi furono anche pittori? Dobbiam noi credere che veggendo ornate in ogni parte le case e i tempj di pitture, niun di essi pensasse a guadagnare il vitto con quest’arte medesima? A me sembra che il solo buon senso e il lume solo della ragione possa farci comprendere che ciò non potè in alcun modo avvenire. VII. Stabilito per tal maniera ciò clic pare;» più difficile a dimostrarsi, passiamo all’architettura e alla scultura, nelle quali incontrasi minore difficoltà. E per ciò che appartiene all’architettura, questi appunto furono i tempi in cui si vide la magnificenza ne’ pubblici edificj condotta a tal segno, che benchè non sempre vi si vegga una certa finezza di gusto e proporzione di parti, è nondimeno ancora al presente oggetto di maraviglia. Molti de’ più magnifici e vasti tempj che ancor ci rimangono , furon lavoro di questa età. Quel di S. Marco di Venezia fu compito, come sopra si è accennato, verso il fine dell’xi secolo. Il duomo di Pisa fu pure opera di questo secolo stesso, e fu cominciato l’anno 1063, e compito negli ultimi anni del secolo stesso (a). (a) Intorno al duomo di Pisa merita di esser letta l’opera recentemente pubblicata dal sig. Alessandro da Morrona patrizio pisano, e intitolata: Pisa Illustrata nell’Arte del Disegno. Egli esamina con somma esattezza tutto ciò che a quel gran tempio appartiene; e osservandone la magnificenza, il disegno, gli ornamenti , mostra che esso è il primo edificio italiano in cui si