Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/736

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QUARTO c*;5 sculpuntur arte mirifica; sublevantur et construuntur magno cum labore et artificum industria. Parlando dell’origine della poesia italiana abbiam veduto che il duomo di Ferrara fu innalzato l’anno 1135. Aggiungansi le molte chiese per ordine de’ pontefici fabbricate in Roma a questi tempi medesimi, delle quali si fa menzione nelle antiche lor Vite; e che io non rammento per amore di brevità, parendomi che ciò che se ne è detto finora, possa bastevolmente mostrarci quanto in questi secoli si amasse la magnificenza e il lusso ne’ pubblici sagri edificj. Aggiugnerò solamente, perchè non manchi a questa lode d’Italia anche la testimonianza degli stranieri, un passo di Radolfo Glabro scrittor tedesco dell’ xi secolo , il quale narra che sul principio del secol medesimo si accese nel mondo tutto, e singolarmente in Italia e nelle Gallie, una nobile emulazione nell’innalzare maestose basiliche: Infra millesimum tertio jam fere imminente anno contigit in universo pene terrarum orbe, praecipue tamen in Italia et in Galliis, innovari ecclesiarum basilicas, licet pleraeque decenter locatae minime indiguissent Æmulabatur tamen quaeque gens Chris tic olarum adversus alteram decentiore Jrui. E rat enim instar ac si mundus ipse excutiendo semet, rejecta vetustate, passim candidam ecclesiarum vestem indueret (Ap. Murat. Antiq. Ital. vol. 4; p- 828). VIII. La condizione in cui trovossi a questi medesimi tempi l’Italia, giovò essa pure a’ progressi dell’architettura. Le città italiane volendo vivere libere e indipendenti, dovean pensare a