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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/78

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PRIMO 17 (li. ile Bello goth. c. 1), cioè eli’ ci vietò che i suoi Goti andassero alle pubbliche scuole, perchè il timor della sferza non li rendesse poi vili alla battaglia. Ma tutto il fin qui detto non ci lascia dar fede a un tale racconto. E certo diversamente ei si contenne colla sua figliuola Amalasunta cui fece diligentemente istruire negli studj d’ogni maniera, come raccogliam da una lettera di Teodato successore di Atalarico (l 10 Var. ep. 4), e da un’altra del medesimo Cassiodoro (In Var. ep. 1). Noi vedrem finalmente molti uomini dotti di questi tempi, dei quali dovrem or or favellare, sollevati da Teodorico in premio del lor sapere ad onorevoli cariche. X. In tal maniera il gran Cassiodoro seppe render favorevole alle scienze un principe da cui pareva clic esse dovesser temere danno e rovine. Gli ultimi due anni della vita di Teodorico furono i soli che alla sua gloria riusciron funesti; poichè in essi si lasciò trasportare ad atti di crudeltà e d’ingiustizia, da cui si era fin allora tenuto lodevolmente lontano. Fra questi fu l’uccision di Boezio, di cui ragionerem tra’ filosofi di questo tempo, che accadde l’anno 524. M. de SaintMarc pensa (Abr. ec. t 1 adori. 524) che a questa occasione il nostro Cassiodoro si ritirasse dalla corte, e ne reca in pruova la lettera con cui Teodorico ad essa il richiama (l 3 Var. ep. 28). Ma noi abbiam già mostrato che questa lettera fu diretta al padre. E veramente, oltre le ragioni che ne abbiamo recate, si rifletta di grazia. Questa lettera è scritta certamente dal nostro TiRAuoscm , Voi. III. 2