Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/98

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PRIMO 3^ codici ch’egli sperava di ricevere presto da diverse parti ove avea inviato a farne ricerche (de Instit. div. lit. c. 8); e nomina singolarmente i Comenti sulle Pistole di S. Paolo di un certo Pietro abate di Tripoli, ch’egli aspettava dall’Africa (ib.): e il libro intorno alla Musica di Gaudenzo Greco, ch’egli da Muziano avea fatto recare in latino, e ch’essi aveano nel lor monastero, insieme col libro di Censorino sul Dì Natalizio (de Mus.). Dalla menzione de’ quali libri noi raccogliamo ancora che non solo ne’ sacri, ma anche ne’ profani studj voleva egli che fosser colti i suoi monaci, in quanto essi potevan giovare a meglio intendere la sacra Scrittura. Perciò egli loro ricorda che i santi loro istitutori non avean già divietato lo studio delle lettere secolari; perciocchè molto vantaggio da esse si trae alt intelligenza de’ santi libri (de Inst. div. lit. c. 28). Anzi nella medicina ancora bramava egli ch’essi fosser periti a sollievo de’ lor fratelli infermi; e nomina molti libri di tale argomento, di cui perciò avea egli provveduta la biblioteca del monastero: Voi avete, ei dice loro (ib. c. 3i), l Erbario di Dioscoride il quale , ha descritte e dipinte con ammirabile proprietà l’erbe de’ campi. Leggere ancora Ippocrate e Galeno recati in lingua latina, cioè le Terapeutica di Galeno scritta al filosofo Glaucone, e un Anonimo che ha uniti insieme molti autori. Innoltre, i libri di medicina di Aurelio Celio (forse Celso) , e qué (f Ippocrafe sull’erbe e sulle cure, e più altri libri di medicina ch’io col divino ajuto ho riposti nella vostra biblioteca.