Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/109

Da Wikisource.

88 LIBRO Coinneno Papadopoli , «li cui egli dice (Letterat. venez. p. 48, nota 129)) che non ha corrisposto all’espettazione e al desiderio de’ dotti. Egli sperava che il coltissimo Facciolati avrebbe soddisfatto felicemente alla brama comune. Egli in fatti ha dati prima i dodici Sintagmi intorno a quella università (Patavii 1752 in 8): poscia i Fasti della medesima divisi in tre parti (ib. 1757 in 4). Amendue le opere sono scritte con quella eleganza che poteasi aspettare da sì pulito scrittore. Ma gli eruditi si dolgono che all’eleganza dell’espressione ei non abbia congiunta l’esattezza delle ricerche. La moderna critica scrupolosa vuol sapere a qual fondamento si appoggi ciò che narra lo storico, e si corruccia alquanto contro coloro che sembrano esiger fede sulla semplice loro parola. Se questo colto scrittore avesse fatto uso maggiore de’ registri dell’università, se avesse recate le loro stesse parole, se ci avesse data maggior copia di monumenti antichi, la letteratura gliene sarebbe tenuta assai. Ma convien sofferire pazientemente ciò a che non può recarsi riparo. Noi verrem dunque accennando le principali cose ch’ei narra, e sol prenderemo ad esaminarle, ove possiamo altronde raccogliere più sicure notizie. XII. Io non mi tratterrò ad annoverare i pochi rettori che dal Papadopoli e dal Facciolati si dicono avere in questo secolo governata la suddetta università. I loro nomi non son celebri per alcun altro riguardo, e non giova perciò l’occuparci in farne un inutil catalogo. Degno è però d’osservarsi che si veggono in alcuni anni due rettori al medesimo tempo, uno de’