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ptumo 91 quella stessa città. E veramente che in quelI’ anno ardesse guerra tra’ Bolognesi e i Forlivesi, leggesi ancora nelle antiche Cronache di Bologna (Script. rer. ital. vol. 18, p. 124). Che il pontefice punisse coll’interdetto questa città, e che le scuole ancora vi fossero comprese, le Cronache nol dicono. L’autorità di uno scrittore contemporaneo, e quasi testimonio di ciò che racconta, sembra, a dir vero, sì grande, che non si possa muoverle contro alcuna difficoltà; e secondo le leggi ordinarie di critica, dovrebbesi questo fatto avere come certissimo e indubitato. Ma l’autorità di qualunque scrittore dee, secondo le stesse leggi, cedere a quella degli autentici monumenti. Or noi abbiamo ancora la lettera di Gregorio X, con. cui all’Università di Bologna manda i canoni di quel concilio. Essa è stata tratta da un antico codice, e data alla luce dal canonico Campi (Stor. eccl. di Piacenza, t. 2, p. 458) e poscia dal Boemero (Juris Canon, t. 2, p. 353); ed essa basta a confutare ciò che Engelberto asserisce, che Gregorio non le indirizzasse, secondo l’usato costume, i decreti del Concilio di Lione, e a mostrare l’insussistenza del mentovato interdetto; poichè a una università così da lui punita non avrebbe il pontefice conceduta questa onorevole distinzione. Potrebbesi forse dir nondimeno che fosse veramente quella università interdetta in quest’anno per qualche tempo; e che poscia riconciliatisi i Bolognesi col papa, questi, a contrassegno della sua grazia loro renduta , inviasse alla loro università i mentovati decreti. Io osservo in fatti che nel