Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/115

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94 LIBRO questa riforma, non ci è giunto a notizia. Federigo non lasciò certamente di sostenerla colla sua proiezione. « Ne abbiamo in pruova alcune altre lettere circolari scritte da Federigo l’anno 1239 e pubblicate dall’Origlia (Stor. dello Stud. di Nap. t. 1. p. 94, ec.), le quali ci mostrano questo principe sempre più impegnato a’ vantaggi di questa università, alla quale ei vuole che abbiano libero accesso tutti i suoi sudditi italiani e oltramontani, trattine quelli che a lui si erano ribellati, e che si concedan loro immunità. privilegi ed onori , onde viemaggiormente si animino al coltivamento de’ buoni studj. A lui in ciò si congiunse il suo fedel cancelliere Pier delle Vigne , di cui abbiamo una lettera (l. 4> c. 8) scritta agli scolari di quella università per consolarli nella morte di uno de’ lor professori, cioè di Gualtieri gramatico. Questa lettera è stata da alcuni attribuita per errore a Pietro di Blois, come altrove abbiamo osservato. Un bel monumento a questa università appartenente ha pubblicato il P. abate della Noce (in Not. ad Prolog. l. 4 Chron Casin.). Avea Federigo II l’anno 1240, come narra Riccardo da S. Germano (l. cit. p. 1045), sbanditi dal regno tutti i religiosi domenicani e francescani, ordinando che due soli restassero in ciascheduna casa per custodirla. Convien dire ch’essi fossero i professori di sagra Scrittura e di teologia in Napoli, perciocchè l’Università scrisse una lettera ad Erasmo monaco di Monte Casino, professore della scienza teologica, in cui, dopo avere esposto che, per la partenza de’ religiosi suddetti, disseccate erano