Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/120

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primo 99 XIX. Non meno sollecito de’ felici progressi dell’Università di Napoli fu Carlo II, figliuolo e successore del primo. Il Giannone accenna (ivi, l. 21, c. 5) parecchie leggi da lui pubblicate per accrescerne i privilegi, e per tenere in vigore l’antica legge, che fuor di Napoli non vi avesse altra pubblica scuola di scienze. Ei nomina ancora molti celebri professori che con ampii stipendii furon da lui chiamati a renderla sempre più illustre; ma perchè la più parte di essi appartengono al secolo susseguente, ci riserberemo a parlarne altrove (‘). Qui solo è ad avvertire che questo scrittore ha errato, affermando che il celebre giureconsulto Dino dal Mugello l’anno 1296 venne a tenere scuola in Napoli, invitato da Carlo collo stipendio annuale di cento once d’oro. Dino fu bensì invitato con questa sì liberal proferta da Carlo, ma egli non volle partir da Bologna, come dalle pubbliche antiche memorie che ivi ancor si conservano, dimostra l’esattissimo p Sarti (De Prof. Bonon. t. 1,pars 1, p. 234). Se le premure con cui questi sovrani cercarono (*) Diversi altri bei monumenti della protezione da Carlo I c da Carlo II re di Napoli accordala alla universila di quella lor capitale sono stati pubblicati dal soprallodato sig. Giangiuseppe Origlia (Slor. dello Stud. di t. 1, p. 131, ec.; p. 162 , cc.) il quale annovera ancora molti de’ professori che ad essa furon chiamati. Jacopo di Ueiviso non da Carlo 1, ma da Carlo 11 fu chiamato a Napoli, come a suo luogo diremo. Lo stesso Origlia ha pubblicato il Decreto del re Cado I, con cui nel 1274 ordiuò che a S. Tommaso d’Aquino si contassero ogni anno dodici once d’oro , finché egli fosse in quella università professore di teologia (ivi, p. 144).