Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/168

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PRIMO l47 Soranzo basta a persuadercene. Io veggo in fatti che la battaglia dei Genovesi contro de’ Veneziani, qual narrasi dal Ramusio, tale ancor si rammenta e da Giorgio Stella antico storico genovese (Script. Rer. ital. vol. 18, p. 985), e da Andrea Dandolo (diverso dal capitano mentovato poc’anzi) nella sua Cronaca di Venezia (ib. vol. 12, p- 4°7)• Marco Polo non vi si nomina, perciocchè ei non era uomo di sì alto stato di farne distinta menzione; ma i nomi de’ capitani dell’una e dell’altra parte, e il giorno e il luogo della battaglia, e l’infelice esito della stessa concordano pienamente. Solo sembravi aver differenza nell’anno; perciocchè il Ramusio dice che ciò avvenne pochi mesi dopo il ritorno di Marco, seguito nel i2i)5, e secondo i suddetti due storici la battaglia seguì nel 1292. Ma questo non è errore sì grave che dobbiam rivocare in dubbio la sostanza del fatto, e sembra perciò indubitabile che alla cortesia da’ Genovesi usata coll’infelice Marco noi siam debitori dell’opera eli’ egli a loro istanza compose. Ma passiamo omai a cercare qual fede si debba alle relazioni di Marco. X. Io son ben lungi dal voler proporre le relazioni di Marco Polo come interamente ve-, raci, senza falsità, senza errore, senza esagerazione di sorte alcuna. Non concederei sì agevolmente tal lode agli stessi viaggiatori moderni, che pure sì grandi cose ci dicono della loro sincerità e della loro esattezza. Essi giurano tutti ugualmente di aver veduta ogni cosa co’ loro proprii occhi. E nondimeno si contraddicono spesso nella più leggiadra maniera del inondo.