Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/185

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II. Letture di teologia infrodo! tu UfiIn metroprditana di Sfilano. l£>4 LIBRO furono illustri, non è di quest’opera il tenere ragionamento. Io debbo sol ricercare de’ loro studi, e molti di essi dovrem rammentare con lode in questo capo medesimo, da’ quali le scienze sacre riceveron ne’ tempi di cui ora scriviamo, luce e ornamento maggiore, che non avesser negli ultimi secoli addietro. Il loro esempio giovò ad accendere in altri una lodevole emulazione; e perciò da questo secolo in poi si videro coltivati gli studi sacri e da numero assai maggiore di persone, e con assai maggiore impegno di prima, Io debbo però rinnovar qui le proteste già da me fatte più volte; che non è mia intenzione di ragionare di tutti quelli che qualche opera scrivessero di tale argomento. Se tutti quelli che ci diedero Somme , Quistioni, Dichiarazioni, ed altri somiglianti trattati, dovessero qui aver luogo, io verrei a formare una sterile e noiosa Biblioteca , non una Storia dell’origine e de’ progressi delle scienze. L’ampiezza stessa della materia mi costringe ad usare di brevità, e a sceglier ciò solo che sia più importante a sapere, e perciò più utile a ricercare. Io parlerò dunque solo di quelli a’ quali siamo in singolar modo tenuti, perchè co’ loro studi recarono e vantaggio alle scienze, e onor all’Italia. Ma prima d’ogni altra cosa gioverà l’esaminar brevemente qual fosse in generale lo stato delle scienze sacre nel secolo di cui parliamo. II. La legge pubblicata nel quarto Concilio lateranese sotto Innocenzo III, che ogni chiesa metropolitana avesse un teologo, il quale al clero non men che al popolo opportunamente