Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/228

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SECONDO 207 di Sautamore contro di essi scritto e intitolato: De’ pericoli degli ultimi tempi, quelli accusarono al pontefice, come pieno di bestemmie e di errori l’Evangelio eterno. Amendue furono condannati da Alessandro IV l’anno 1256, benchè paresse che più rigore si usasse contro il primo che non contro il secondo (Crevier Hist de l’Univers. t. 1, p. 441 » 449)- Or di questo corse voce a que’ tempi che fosse autore Giovanni da Parma, come afferma il domenicano Eimerico autor del Direttorio degli’Inquisitori, che visse nel secolo susseguente, il quale ancora sembra non essere alieno da tal opinione (Direct. Inquis. pars 1 , quaest. 9). E certo non può negarsi che tale accusa non fosse del tutto priva di fondamento. Giovanni da Parma aveva in grande stima la dottrina e i libri dell’abate Gioachimo; e fu questa una delle accuse a lui date, per cui spontaneamente dimise il ministero dell’Ordine. S. Bonaventura, che gli fu dato a successore, destinò giudici ad esaminar lui e alcuni suoi compagni che dicevansi da lui sedotti. Questi in fatti mostraronsi così ostinati nel difender le opinioni dell’abate Gioachimo, anche in quella parte in cui dalla sede apostolica erano state dannate, che convenne punirli di prigionia. Giovanni non fu trovato reo di error nella fede; ma sol si vide che troppo favorevolmente ei sentiva delle opinioni di Gioachimo. Egli però ritrattò umilmente ogni errore in cui potesse esser caduto, e si sottomise in ogni cosa al giudizio della Sede apostolica. Fu perciò rilasciato, e S. Bonaventura permisegU che scegliosse qual