Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/250

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fcECO.NDO 2 2U nell’Istriai j ove l utino ìuòy era vescovo un Buonaccorso (Bibl. Script, mediol. t. 1. pars 2, p. 189). Ma noi raccogliamo bensì dall’opera stessa di Buonaccorso , ch’ei fosse avanti la sua conversione vescovo de’ Catari, i quali, come si trae ancora dall’opera di F. Rainero, sceglievano alcuni cui onoravano di questo nome; ma ch’ei fosse vescovo, dappoichè venne alla Chiesa cattolica, non se ne trova indicio. Dicesi comunemente eh1 egli vivesse verso l’anno 1190; ma non vi è argomento che provi per quel tempo piuttosto che per qualunque anno del secolo XIII, che fu sempre infestato da tali eretici. Monsignor Mansi ci avea fatta sperare un’altra edizion di quest’opera su un codice ch’egli 11" avea, diverso in molta parte da quello già pubblicato (V. Fabr. Bibl. med. et inf. Latin, t. 1, p. 251); ma non veggo ch’egli abbia eseguito il suo disegno. XXXIV. Mentre così combattevansi gli errori che per l’Italia si andavano disseminando, altri adoperav ansi con ugual zelo a ridurre i Greci scismatici all’unità della Chiesa. S. Tommaso su questo argomento ancora scrisse un ampio trattato, e molti teologi somigliantemente in ciò si occuparono. Io non parlerò che di Buonaccorso, diverso dal precedente, e religioso dell’Ordine de’ Predicatori, che scrisse un’opera in greco e in latino contro gli errori dei Greci, la quale trovata nel secolo susseguente da F. Andrea Doto dello stesso Ordine nel convento di Negroponte, fu da lui inviata e dedicata al pontefice Giovanni XXII. Essa non è stata ancor pubblicata; ma solo se ne XXXIV. Scrii lori contro gli errori d«s’ Greci: Buonarrorso bolot*ur»r.