Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/291

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270 LIBRO parlando di una vittoria ch’ebbe Ezzelino, in cui fece prigione Filippo arcivescovo di Ravenna legato del papa, aggiugne che fu fatto allora prigione anche F. Gaverardo domenicano, che era astrologo dello stesso legato. Isto medio D. Eccelinus habuit Brixiam, et fecit unam maximam cavalcatam, in qua ipse habuit victoriam, et cepit Legatum, qui ceperat ei Paduam, et Fratrem Gaverardum de Ordine praedicatorum, qui erat suus Astrologus (Script. rer. ital. vol. 7, p. 101). Il Muratori avverte che un codice ms. in vece di Gaverardum legge Everardum; e quindi parmi egualmente sicuro che sia questi appunto e l’Everardo da Brescia di Bernardo da Guidone, e il Corrado da Brescia di Guido Bonatti, e l’Onerardo di Sassonia dell’Ughelli. E forse ancora egli era natio della Sassonia, ma veniva appellato da Brescia pel lungo soggiorno fatto in quella città. Un religioso, e, ciò che è più, un legato coltivatore dell’astrologia giudiciaria è certamente un oggetto da farne gran maraviglia. Ma tal era l’ignoranza di que’ tempi, che si credeva da molti sublime dottrina ciò che non era che puerile superstizione. Lo stesso Bonatti nomina molti altri famosi astrologi ch’egli dice vissuti a’ suoi tempi, tra i quali sono, lasciando da parte gli Arabi, Giovanni da Pavia, Domenico spagnuolo, Michele Scotto, così detto forse dalla Scozia sua patria, Stefano francese, Gherardo da Sabbioneta cremonese, di cui parleremo tra poco, e Bellone pisano (p. 355); il che conferma grande essere stato di questi tempi l’acciecamento degli uomini nel correr perduti dietro a cotali sciocchezze.