Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/314

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SECONDO 293 ergo perirtele ci tins per circuitum lapidem subito retrahunt, moxque cacumen acus avulso ductore contra stellam aciem dirigit!, statimque subsistit, nec per punctum movetur, et nautae secundum demonstrationem factam ad portum vias dirigunt. Così egli. XXXI. Finalmente Brunetto Latini, il quale, come altrove vedremo, morì l’anno 1294, parla egli pure della bussola nautica come di cosa da niuno ignorata. Ognun può vederne il passo, qual l’abbiamo alle stampe nella traduzione italiana del suo Tesoro (l. 2, c. 49)- h> per più certa pruova ne recherò le parole dell’inedito originale francese antico, in cui quell’opera da Brunetto fu scritta, che sono state pubblicate da M. Falconnet (Hist. de l’Acad. des Inscr. t. 7, p. 299): Les gens, qui sont en Europe , najent ils à tramontaine devers Septentrion, et. les autres, najent à celle de Midy; et que ce soit la verité, prenés une pierre d’jamant, ce est calamite, vous trouverés, qu’elle a deux faces , l’une gist vers une tramontaine, et l’autre, vers l’autre; et chacune des faces allie l’aiguille vers celle tramontaine, vers qui cette face gisoit; et pour ce seroient les mariniers deceus, se ils ne preissent garde. Brunetto non parla qui in linguaggio troppo filosofico. Ma pur qui ancora veggiamo un’espressa menzione dell’ago calamitato, che non ci può lasciare alcun dubbio che fin d’allora non fosse esso a tutto il mondo notissimo, e da’ marinari usato generalmente. E questo insieme con gli altri passi poc" anzi recati ci convincono ad evidenza che nel XIII secolo non era più cosa nuova che la calamita si volgesse a settentrione.