Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/321

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300 LIBRO semplici congetture; ma nondimeno il riflettere che niuno fra gli scrittori delle altre nazioni d’Europa ci lasciò memoria di questa sì bella scoperta che a’ suoi tempi si fosse fatta; e che essa, poiché già era notissima nel secolo XIII, dovette farsi probabilmente nel x, o nell’xi secolo, quando la filosofia fra noi appena si conosceva di nome, e fra gli Arabi al contrario era assai coltivata (u); queste riflessioni, iodico , aggiunte alle altre che abbiam recate finora, se non rendono certa questa opinione, la rendono almeno, s*io non m’inganno, più delle altre probabile. E forse ancora potè avvenire cbe questa scoperta si facesse dagli Arabi nel regno di Napoli, di cui essi in que’ tempi furono in gran parte signori, che i primi ad usarne nella (a) Degli studi e delle scoperte degli Arabi, e della parte ch’essi ebbero nel risorgimento degli studi in Europa , ha scritto lungamente non meno che eruditamente il ch. sig. ab. Andres , il quale prima di ogni altro ha trattato a fondo di questo argomento , e lo ha esposto nella più chiara luce a cui era possibile il condurlo (DeW Orig. e Progr. d’ogni Letter. t. 1,p. 116, 331). Nè può negarsi, e io stesso l’ho affermato, che quella nazione fosse coltivatrice instancabile di (quasi ogni sorta di letteratura. A me par nondimeno che il valoroso autore siasi talvolta lasciato guidar troppo oltre dal suo amore per gli Arabi. Ma non è di quest’opera il disputarne. Di qualche particolare invenzione ch’ei loro attribuisce , sarà altrove luogo di ragionare. E se io dovrò combatterne l’opinione, il farò con quel rispetto che a un uom sì dotto è dovuto, e non imiterò i trasporti di un troppo focoso scrittore che su questo argomento medesimo lo ha con tale asprezza impugnato, che, lungi dal nuocere, è anzi favorevole alla causa del suo avversario.