Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/388

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SECONDO 36; aulico scrittore; anzi la Cronaca di Bologna sopraccitata chiaramente ci dice ch’egli volse verso la Lombardia. E veramente s’egli partì, come nella Cronaca stessa si narra. a’ 28 di maggio, le cose da lui operate nella Marca Trivigiana e nella Lombardia innanzi alla conclusion della pace che avvenne a’ 28 di agosto di quest’anno medesimo, bastano a dimostrare eh’ei non potè prima andare in Toscana. Giovanni dunque, qualunque ragion se n’avesse, in vece di recarsi in Toscana, volse verso la Lombardia, ove egli venne a rappresentare uno de’ più grandi spettacoli che mai si vedessero. VI. Le città di quelle provincie ardevano per un orribile incendio di arrabbiate guerre civili, e i popoli l’un contro l’altro innaspi ili 11011 in altro occupavansi che nel distruggersi e consumarsi a vicenda. Giovanni entrato in mezzo a fiamme così furiose, adoperossi con sommo zelo ad estinguerle, e fu maraviglioso il frutto ch’ei ne raccolse. Al che allude la medaglia da noi citata poc’anzi , nel cui rovescio si vede una celata che cuopre ed opprime un’ardente fiamma. Ma veggiamo ciò che di sì strani successi ne raccontan gli autori contemporanei. Gherardo Maurisio, che era in questi tempi medesimi giudice in Vicenza, ce ne ha tramandato un esatto racconto. Egli adunque (Script. rer. ital. vol. 8, p. 37;), dopo aver detto che narrerà cose maravigliose, ma di cui tutti son testimonii, racconta che F. Giovanni andò prima a Padova, e che colle sue prediche ottenne dai cittadini, che a lui abbandonassero interamente la decisione