Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/439

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XXV111. Jacopo tl‘Are tu «• fìi’ rtrnia da Monlaguonc. 418 LIBRO fiorentino, di cui abbiam già parlato, perciocchè il chiama Magnus Jureconcosultus Accursius Regiensis (p. 10), il qual aggiunto di grande non vedesi dato ad altri che al celebre Accorso fiorentino. Accorso reggiano era figliuolo di Alberto Accorso. Così egli si nomina in una carta dell’an 1279 pubblicata dal co. Niccola Taccoli (Mem. stor, di Reggio, par. 2), in cui egli vende una sua casa alla comunità di lìeggio: D. Acursius filius quondam D. Alberti Acursii Doctor Legum. Il Panciroli ci assicura (De cl. Leg. Interpr. l. 2, c. 42) di aver veduto nel pubblico archivio di Reggio una carta del 1273, in cui si stabilisce che per la scuola ch’egli ivi teneva, se gli contino 200 lire reggiane (a). Quindi è probabile che Accorso dalla scuola della sua patria passasse poscia a quella di Padova; il che confermasi dal Panciroli colla testimonianza ancora di Alberto Gandino. Ma sin quando vivesse, e se lasciasse dopo di sè alcuna sua opera, niuno ce ne ha lasciato contezza. XXVIII. Un altro professore di legge si rammenta dal Facciolati (p. 32) tra quelli che tennero scuola in Padova nel secolo XIV, il quale però io penso che a miglior ragione si debba riferire al XIII. Egli è Jacopo d’Arena, il (quale da tutti gli scrittori dicesi parmigiano di patria; e solo il Diplovatacio citato dal P. Sarti (pars 1, p. 240) ci muove dubbio s’ei fosse (a) Almeno tiu dall’anno iafi5 cominciò il reggiano Accorso a tenere scuola di leggi nfella sua patria, come si è osservato orila Biblioteca modenese, o\e di lui si son date più stese e più esatte notizie (i. 1, p. 79).