Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/457

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436 Liuno P. Sarti avverte (p. 258) dirsi da alcuni che in qualche codice la lettera di Gregorio è indirizzata ancora all’università di Parigi; anzi in uno a questa sola, e non a quella di Bologna; ma ch’egli in tutti i codici che gli son venuti alle mani, non ne ha trovato alcuno in cui quella di Parigi sia nominata. A non dissimular però cosa alcuna, io aggiugnerò che Giovanni d’Andrea nelle sue note alla stessa lettera nomina ancora Parigi; e non è perciò improbabile che a quella università ancora ne inviasse Gregorio qualche esemplare. VI. In tal maniera il Corpo della canonica giurisprudenza fu ridotto ad ordine ed a sistema migliore, ed ebbe dal romano pontefice quella solenne approvazione che il Decreto di Graziano non avea avuto, nè ebbe giammai. Non è però, che, come nel Codice di Giustiniano, così in questo ancora non si trovin da molti imperfezioni ed errori. Si riprende S. Raimondo, perchè affine di accorciare le leggi, e di troncar tutto ciò ch’eravi di superfluo, abbia spesso troncate tai cose, le quali alla loro intelligenza erano necessarie; che qualche decretale sia da lui stata partita in due, o più ancora, il che ne cambia talvolta il senso, o almeno il rende assai oscuro; che finalmente altre decretali sieno da lui state alterate colle aggiunte ch’egli vi ha fatte del suo. Le Collezioni più antiche che, come si è detto, sono state poscia date alla luce, han fatto scoprir non poche di queste inesattezze e di questi difetti del Diritto canonico. Le nuove edizioni che di questi libri si son poi date alla luce,