Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/465

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XII. Notiiir della vita v delle opere di Grazia «TAretzo. 444 ’ LIBRO anni prima Chiaro da Sesto (ib.) professore egli ancora di diritto canonico. Aggiungami e Ric. cardo inglese (ib.), autore di varii comenti e di varj trattati sull’ecclesiastica giurisprudenza, e Benincasa da Siena (p. 315) che proponendo più casi sopra i Decreti ne diede coll’autorità loro la decisione, e Lorenzo spagnuolo (p. 316) e Lanfranco (p..317) che da alcuni dicesi cremasco, cremonese da altri, ed altri in grandissimo numero, de’ quali dal medesimo si producono i nomi. e tutte quelle poche notizie che faticosamente ne ha potute raccogliere. Io mi arresto alquanto a parlar solo di alcuni pochi che in sapere e in fama superarono gli altri. X13. E uno appunto de’ più famosi fu Grazia d’Arezzo, che dal Panciroli (De cl. leg. Interpr. l. 3 , c. 11) e da altri è stato detto per errore Graziano. Egli è il primo, come riflette il P. Sarti (pars 2, p. 22, ec.), a cui trovisi dato il nome di maestro delle Decretali, con cui vedesi egli onorato in un monumento bolognese dell’anno 1213. Assai prima però godeva egli di grande stima in quella città; perciocchè fin dall’anno 1206 fu delegato dal Cardinal Guala legato apostolico a decidere in suo nome le cause; e l’anno 1210, fuj comunque straniero, scelto da’ Bolognesi ad una onorevole ambasciata al Cardinal Gherardo legato che allora era in Modena, per le ragioni che dal P. Sarti si espongono. Ma non vi ha cosa che formi il più luminoso elogio di Grazia, quanto le lettere a lui scritte, e le commissioni a lui addossate da Innocenzo III e da Onorio III. Moltissime delle prime accenna il P. Sarti, altre date già alla