Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/464

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SECONDO 443 dilungare in parole. Ei fu promosso alla sede vescovile di Ferrara l’anno 1190, e tennela sino al 1210 in cui finì di vivere, lasciando gran nome del suo sapere nel diritto canonico per la Somma de’ Decreti da lui composta, opera di grande estensione, come afferma il P. Sarti che ne ha veduto un esemplar manoscritto, e nella quale Uguccione si mostra uomo dottissimo e versato assai non sol ne’ canoni, ma nel civile diritto ancora e nella teologia. Di quest’opera si giovaron non poco gli autori della Chiosa ordinaria, de’ qu; ii direm fra poco, e questa probabilmente si è la ragione per cui essa non è mai stata data alla InDi qualche altra opera di Uguccione veggansi il P. Sarti e il P. abate Trombelli che ne ha pubblicata una spiegazione del Simbolo apostolico (Veter. PP. Opusc. t. 2, pars 2, p. 205). Un’altra opera dovrem mentovarne noi pure, allor quando tratterem de’ gramatici di questa età. XI. Moltissimi altri professori e interpreti così del Decreto di Graziano , come delle più antiche Raccolte di Decretali, siegue annoverando il P. Sai ti. Tali sono e quel Melendo (p. 305) di cui abbiamo altrove veduto l’abbandonar che fece Bologna per trasferirsi con altri professori e con altri scolari a Vicenza, e Damaso boemo di patria, e un Bertrando (p. 306, 307), de’ quali due per altro non v eggo qual argomento si rechi a provar che appartengano ali’ università di Bologna, e Alberto da Novara (ib.), e Paolo Un gaio (p. 310), quel desso probabilmente ch’entrò nell’Ordine de’ Predicatori l’anno 1221, in cui parimente orasi andato due