Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/479

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XX. Studio de’ Canoni in Modena, in Rkq(Ìo e altro Tt. 458 LIBRO morte ridia sua «amica? Ma già abbiamo altrove osservato qual fede debbasi a cotali racconti. S’ ci fosse. o no, dell’Ordine de’ Predicatori, non è si facile a (diffinire; e io lascerò che ognuno segua qual parer gli piace, poichè abbia letti gli argomenti che per una parte arrecano i PP. Quetif ed Echard (Script Ord. Praed. t. 1, p. 480), e quelli che in contrario sono stati prodotti dal P. Sarti (p. 394). Questi hanno esattamente scritto di ciò che appartiene all’altre opere di Guglielmo, fra le quali è celebre singolarmente quella che ha per titolo Rationale Divinorum Officiorum. Vuolsi finalmente correggere un grave errore del Panciroli (l. 3 , c. 14) che, oltre più altri falli commessi nel parlare di questo illustre prelato , a lui ha attribuita l’opera De modo celebrandi Concilii Generali.^, che fu scritta da un nipote ch’egli ebbe, del medesimo nome , e che gli succedette nella cattedra vescovile di Mende, e morì l’anno i328. XX. Abbiamo fin qui trattato de’ professori del diritto canonico, che illustrarono col loro sapere l’università di Bologna; e l’erudizione e la diligenza con cui di essi ha scritto il P. Sarti, ci ha permesso di spedircene più brevemente che all’ampiezza e all’importanza dell’argomento non sembrava doversi. Di alcuni altri ugualmente famosi, che furono in questo secolo stesso, ma molto ancor toccarono del susseguente, e fra gli altri del celebre arcidiacono Guido di Baiso, ci riserbiamo a parlare nel quinto tomo, ove però, mancandoci una sì fedele e sì certa guida , ci farà uopo e di