Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/480

Da Wikisource.

SECONDO /f5l) terupo e di fatica maggiore assai per rischiarar certi punti che sono ancora avvolti fra tenebre e fra errori. Ora ci convien dire d’alcuni altri illustratori dell’ecclesiastica giurisprudenza , che in altre città d’Italia tennero scuola, de’ quali però nè grande è il numero, nè tal la fama, che possano paragonarsi a quelli che fiorirono in Bologna. Anzi di essi non potremo recare che scarse e talvolta ancora non ben certe notizie, poichè nè abbiam monumenti onde ritrarle in quella copia che converrebbe, nè abbiam comunemente tali scrittori a’ cui detti possiamo affidarci con isperanza di non errare. Il vedere , a cagion d’esempio , che Guglielmo Durante fu professor di Canoni in Modena , come sopra abbiamo accennato, ci dà giusto motivo di credere che ne fosse in questa città una fiorita e celebre scuola, sicchè un professore sì famoso potesse onorevolmente venirvi. E nondimeno non v’ ha memoria , che io sappia, di altri che in questa città abbiano in questo secolo pubblicamente insegnato il diritto canonico} e i nomi di quelli che per avventura vi furono, si giacciono forse dimenticati in gran parte per mancanza di monumenti o periti, o non ancora venuti a luce. E lo stesso dee dirsi probabilmente di altre città nelle quali sappi amo eh’oravi Studio, come in Reggio, ove abbiam veduto nel capo precedente, che l’anno 1276 trovavansi Pangratino e il sopraccennato Guido di Baiso dottori nel diritto canonico , in Piacenza, in Arezzo, in Roma e altrove, Raccogliam dunque quel poco che ci è possibile, e lusinghiamoci che possan venir un giorno