Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/522

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SECONDO 501 inlomo agli Scrittori dell’Ordin loro; perciocchè essi parlan di un codice (vol 1 , p. 460) del poema di Stefanardo, il cui principio sembra preso assai più da lontano che quello ch’egli ha pubblicato; e al contrario finisce più presto, mancandovi oltre a 50 versi che si hanno in quello del Muratori. Essi ancora rammentano altre opere da lui composte. XVII. Chiuda la serie degli storici italiani di questo secolo Ogerio Alfieri d’Asti, che una breve Cronaca scrisse della sua patria, accennandone in breve le cose più memorabili anticamente avvenute, e un po’ più a lungo svolgendo le cose recenti fino all’anno 1294? senza però seguire rigorosamente nella sua narrazione l’ordin de’ tempi (a). Ella fu poscia continuata da altri scrittori nel secolo susseguente, de’ quali altrove ragioneremo. Qui non dee ommettersi che nel titolo essa si dice (voi. 1 1 Script. Rer. ital. p. 139) estratta da altre Cronache. Il che ci mostra che la città di Asti avea anticamente avuti altri scrittori della sua storia. E io credo certo che molte altre città parimenti avessero ne’ tempi addietro Cronache antiche, di cui si valessero i posteriori scrittori a compilare le loro Storie. Ma questi ne adottarono di buona fede tutti i racconti, senza esaminare e distinguere ciò di che quelli erano stati testimonj di veduta , da ciò che avean ricevuto per semplice (a) Di Ogerio Alfieri e della Cronaca da lui scritta, che dovea essere assai più ampia di quella che ora abbiamo , veggasi ciò che eon esattezza ha osservato il sig. conte di Cocconalo (Piemontesi ili. t. 4j P• ’t>7s ce.) altrove da noi citato con lode.