Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/578

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TERZO 55" gloria de’ poeti, appartengono a quella de’ pazzi, die è di troppo ampio argomento, perchè io debba entrare a parlarne; sì perchè non possiamo altronde raccoglierne più certe notizie. Così pure io passo sotto silenzio alcuni che dal Nostradamus si dicono Provenzali, ma da altri voglionsi italiani, come Gioffredo Rodello che dal Rossotti si annovera tra gli scrittori piemontesi, Guglielmo Figuiera che da’ Genovesi si vuole loro concittadino, e Raimondo Feraldo che da alcuni si dice natìo di Nizza di Provenza; intorno a’ quali veggansi le correzioni del Crescimbeni (Comment. t. 5, p. 126, ec.). Io farò dunque fine a queste mie ricerche su’ poeti provenzali italiani col favellare di Lanfranco Cicala, di cui 18 componimenti poetici si leggono nel moderno codice Estense (p. 292) e tre nel più antico (p. 258). In quello alle poesie di Lanfranco si premette qualche breve notizia intorno all’autore, dicendo che fu gentiluomo genovese e savio e cavaliere, ma che menava vita viziosa: la quale però nol trattenne dal prendere spesso ad argomento delle sue poesie Dio e la Vergine di lui Madre; e in fatti molti di tali argomenti si veggono ne’ mentovati codici Estensi. Nell’antiche Cronache genovesi io trovo nominato tra’ giudici di quella città l’anno 1243 e l’anno 1248 Lanfranco Cicala (Script.. rer. ital. vol. 6, p. 50l, 514)J ed è verisimile ch’ei fosse il poeta di cui scriviamo (*). Ma ciò che il Nostradamus, e dopo (*) M. Millot dice (t. 2,p.) che Guglielmo della Torre era natìo del Castello della Torre nel